Spopolano, ormai, sul web e non solo, le offerte, a dir poco convenienti, per l’acquisto di prodotti ricondizionati e/o rigenerati: cerchiamo di capire quali sono le differenze e se davvero ne vale la pena.
Recentemente, è stata condotta un’indagine su 14 siti Internet che propongono anche elettrodomestici rigenerati o ricondizionati, per capire se questi articoli vengono presentati al pubblico in maniera sufficientemente chiara e conferme alle normative.
Ne è emersa una situazione confusa, che vede parte dei siti esaminati ancora manchevoli di informazioni importanti affinché i consumatori siano in grado di effettuare una scelta consapevole e in sicurezza, trattandosi di prodotti non nuovi.
L’Unione Europea promuove da anni il recupero di elettrodomestici dismessi, che possono tornare in funzione ed essere re-immessi sul mercato, limitando così la quantità di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) e permettendo alle fasce di popolazione meno abbienti di dotarsi di apparecchi domestici a costi più sostenibili.
A tale proposito esistono due tipologie di elettrodomestici “non nuovi” che possono, rispettando precisi criteri, essere reintrodotti sul mercato: quelli ricondizionati e quelli rigenerati.
Per “prodotto ricondizionato” s’intende un bene che, dopo essere stato sottoposto a un processo di riparazione e manutenzione, sia di tipo estetico sia meccanico-funzionale, viene immesso sul mercato.
Per “rigenerato” secondo la Cassazione si deve intendere un prodotto usato che, pur rimanendo tale, viene riportato allo stato di origine: il bene usato viene sottoposto a controlli di funzionalità e le componenti usurate o difettose vengono sostituite ricorrendo a ricambi originali.
Si tratta di una rimessa a nuovo e con ricambi originali.
Una volta rimessi in vendita, però, è necessario fornire ai clienti finali un’informazione adeguata sulla storia e le nuove condizioni dei prodotti.
Questo, però, non avviene sempre, stando all’esito dell’indagine svolta tra gennaio e aprile del 2019 su 14 siti Internet, con una situazione che presenta un quadro informativo tra luci e ombre, con alcuni significativi punti deboli nella trasparenza verso i consumatori.
Le principali criticità riscontrate più frequentemente sono state: la mancata e/o generica indicazione del soggetto ricondizionatore, degli interventi effettuati e delle caratteristiche delle componenti utilizzate nel processo di ricondizionamento; la mancata e/o generica indicazione di eventuali difetti estetici; la presenza di clausole vessatorie come quelle inerenti al foro del consumatore o il diritto applicabile; la mancata e/o generica informativa riguardante l’applicazione di garanzie post vendita.
In merito all’after-sales, sono stati riscontrati anche ostacoli al legittimo esercizio del diritto di recesso del consumatore; l’esclusione di responsabilità in caso di danni al prodotto intervenuti durante il trasporto; la mancata indicazione delle informazioni circa la piattaforma ODR (Online Despute Regulation) e delle modalità di risoluzione alternativa delle controversie ai sensi del Regolamento UE n. 524/2013 e il D.Lgs. n. 130/.
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