ISC – indicatore sintetico del costo del mutuo
In campo automobilistico come finanziario siamo ormai sommersi dalle sigle, acronimi di nomi articolati e complessi. Una delle ultime apparizioni nel settore dei mutui è stato l’ISC.
La sua descrizione estesa è peraltro autoesplicativa: “Indicatore Sintetico di Costo”. La definizione ha assunto significato più formale nel 2003 con una delibera del CICR (Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio) cui è seguito un Provvedimento attuativo della Banca d'Italia che ne ha confermato il presumibile significato.
Precisando che l’ISC è “calcolato conformemente alla disciplina sul tasso annuo effettivo globale (TAEG)”, è stato chiarito che dire ISC è come dire TAEG.
ISC e TAEG si equivalgono
Quindi nell’ISC andranno ricomprese tutte le spese specificate dalla normativa del 1992 per il TAEG, ovvero:
- gli interessi;
- le spese di apertura della pratica di credito;
- le spese di incasso delle rate (se stabilite dal creditore);
- le spese per le assicurazioni imposte dal creditore, intese ad assicurargli il rimborso del credito in caso di morte, invalidità, infermità o disoccupazione del debitore;
- il costo dell'attività di mediazione svolta da un terzo, se necessaria per l’ottenimento del credito;
- le altre spese contemplate dal contratto.
fonte telemutuo
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