Ricordiamo l’esatto contenuto dell’articolo 525 del codice civile: fino a che il diritto di accettare l’eredità (la prescrizione del diritto di accettare è decennale) non è prescritto contro i chiamati che vi hanno rinunziato, questi possono sempre accettarla, se non è già stata acquistata da altri.
Ora, se il chiamato che ha rinunciato all’eredità ha dei figli, questi succedono per rappresentazione, ovvero i figli del debitore si beccano la casa con tutti i debiti esattoriali (articolo 467 del codice civile). Se anche i figli rinunciano, ovvero, se alcuno muore senza lasciare prole, né genitori, né altri ascendenti, né fratelli o sorelle o loro discendenti, la successione si apre a favore del parente o dei parenti prossimi, senza distinzione di linea (articolo 572 del codice civile).
Se nessuno accetta, entra in gioco l’articolo 586 del codice civile, secondo il quale, in mancanza di altri successibili, l’eredità è devoluta allo Stato.
Morale della favola: nel frattempo in cui, dopo la rinuncia, viene impugnata la cartella esattoriale per l’annullamento della stessa in assenza di un obbligato, lo Stato acquisisce la proprietà dell’immobile.
E’ necessario un bel colpo di fortuna perchéé, nel corso di un decennio, il chiamato rinunciante possa ottenere l’annullamento dei debiti gravanti sull’eredità e rientrarne in possesso senza colpo ferire.
6 Luglio 2023 · Giorgio Martini